giovedì 30 marzo 2017

....arrivato alla stazione, mi dirigo verso il vagone del piccolo convoglio. I suoi anni li porta onorabilmente...nonostante la poca riconoscente umanità che moderatamente veloce, trasporta lungo la tratta. Poco dopo che mi siedo, il complesso parte...e lasciato l' abitato, prende velocità. Lentamente il paesaggio cambia.... Il verde fà da padrone...intervallato da piccole villette con l' immamcabile piccolo giardino; qualcuno azzarda anche una piscina....simbolo di raggiungimento di qualcosa.... Lentamente il treno fatica lungo il percorso....la strada ferrata lentamente sale... Non ci sono più prati...ma alberi...e qulche fiume selvaggio... Lungo il persorso noto qualche casa diroccata; chissà quante vite vi hanno abitato....chissà quanti occhi meravigliati hanno visto i treni che passavano da qui... Come un vecchio che và lento per la salita portando come zaiono l' età, il treno continua a camminare cercando di mantenere costante la velocità. A momenti, il tragitto si fà selvaggio e impervio. Passiamo davanti ad una piccola diga...dall' archittettura anni 30... Simbolo lontano di un tempo fatto di apparente benessere...e di vere bruttezze... Alzo gli occhi e il verde prende velocità e, sullo sfonfo, appaiono maestose e solitarie...come fossero roccaforti di chissà quale dio, le montagne. Qualcuna é pure innevata...ricordo di un Inverno ormai passato... Chissà come deve essere il mondo visto da lassù... come esseri giganteschi, questi enormi ammassi di pietra guardano noi comuni mortali con un modo interrogativo... Come se volessero sfidare lo spettatore che li ammira.... Adesso guardo di fianco e vedo il fiume che basso e veloce, cammina sul letto di ghiaia...figlio di questi monti...irrequieto nello sgorgare...come spavaldo adolescente. Siamo a qualche centinaia di metri d' altezza e il caldo dell' ora di pranzo comincia a farsi sentire... Apro il finestrino e la tenda, come se posseduta, incomincia a muoversi e a voler uscire fuori. L' aria che entra é fresca e contribuisce a svegliare i passeggeri dal torpore derivante dal ritmo del viaggio e dalla fatica... Il convoglio ferma ad ogni piccola stazione...le persone sembrano tutte uguali anche se sono tutte diverse... Chissà chi aspettano...che treno prenderanno...dove andranno... Li guardo tra la curiosità mista ad indifferenza; si chiederanno le stesse cose di me. Alla partanza non posso fare a meno di essere geloso della splendida solitudine di questi giganti...che da lassù guardano e osservano l' umanità che simuove...forse, ai loro occhi, sembriamo formiche nervose...alla ricerca di qualcosa da fare...alla ricerca di un perché... Il treno é un bel posto...ti aiuta a pensare stando fermo...a chiudere gli occhi e sognare...come essere immersi in una sorta di sonnambulismo... Il treno và...e trasporta i pensieri a destinazione...ancora prima di me....


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