....dall' alto di questo parallelepipedo di vetro e acciaio la città si stende come una piovra dai mille tentacoli... Altri confratelli dove gli altri si specchiano si ergono alti lungo i tentacoli... Ogniuno di loro a le luci accese come se qualcuno volesse formare un gigantesco cruciverba dalle infinite definizioni... Ormai il buio avvolge tutti; guardando in basso vedo le auto che si muovono a velocita discontinua...come un liquido che cerca di scorrere lungo questi tentacoli che così sembrano arterie superficiali della piovra... Mi decido...mi vesto ed esco... Chiudo dietro di me la porta...mi dirigo lungo questo corridoio che sà di ospedale e all' ascensore che mi apre le portiere con fare metallico ed indifferente... Scendo veloce lungo l' esofago di questo essere che le persone chiamano grattacielo...ed eccomi all' uscita... Il portiere mi saluta cordialmente... Dalla divisa sembrerebbe essere un eroe di chissà quale guerra... Faccio il primo passo ed eccomi immerso in mezzo a tutta quest agente... Vanno tutti di fretta... Non riesco a capire dove vogliono andare... Dai loro visi non si capisce cosa vogliono fare; ho l' impressione che vogliono solo correre...correre...correre... Solo alla fine andranno a casa...stanchi...soli...ma soddisfatti... In mezzo a tutto questo mondo su due gambe...c'é di tutto... Il distinto signore rinchiuso nel suo cappotto scuro che ondeggia la sua ventiquattrore color cammello come un trofeo... Il giovane col suo zaino che torna a casa da chissà quale scuola...indifferente dal freddo; con la sua felpa dai colori sbiaditi di un' indefinità università... Mi fermo e vado a sistemarmi vicino alle griglie da dove esce il vapore caldo della metropolitana... Sembra quasi un respiro di una creatura che vuole uscire dall' suo inferno... Accendo uuna sigaretta e noto che, sotto una scala...all' entrata di un sottosuolo, due barboni discutono della vita...inbavagliati nei loro cappotti di chissà quale epoca... Si passano la sigaretta dopo aver fatto dei respiri lenti e profondi...come a ricordarsi che potrebbe essere l' ultima... Finisco anche la mia e mi rimetto nella corrente... Accanto le lunghe auto multicolori sfrecciano a velocità disuguale nella stessa direzione... I taxi gialli fanno da padrone; come cellule dalla funzione indefinita vanno verso la loro meta col passeggero di turno... Chissà quante storie potrebbero raccontare... Le signore si muovono veloci e sinuose portando con loro il classico fardello: chi la borsa del lavoro corrosa dai viaggi in metropolitana...chi sfoggia l' ultima creazione del grande stilista di successo...chi porta mille borse per chissà quale numerosa famiglia... Alzo gli occhi e vedo i giganti che scrutano dall' alto delle loro altezze questo mondo che deve sembrare minuscolo e confusionario... Indifferenti a tutto e tutti... Francamente non mi riconosco in tutto questo...ma come un drogato, non posso farne a meno: sicuramente in piccole dosi la cosa é meglio da digerire. Decido di tornare indietro e faccio il percorso a ritroso cercando di non andare controcorrente... Questa volta non voglio fermarmi ad osservare le persone; ho già assaporato la mia dose di caos umano...per oggi può bastare. Per rendere la cosa più interessante é calata anche la nebbia...che gioia. Saluto di nuovo il portiere dalla divisa di generale... Di nuovo l' abbraccio meccanico dell' ascensore...di nuovo l' asettico corridoio...e rieccomi in casa... Mi metto comodo e mi affaccio fuori... Al' di là del vetro non si vede più niente; il mondo sembra sparito...c'é solo nebbia. Alzo lo sguardo e si vedono solo le teste dei giganti... Uno strano effetto...ma quasi rilassante... Che bello vedere queste sommità che non corrono veloci come succeede alle persone là sotto... Già, un vero sollievo.....
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