sabato 10 dicembre 2016

....cammino per questa strada che non conosco...di questo strano paese che sembra l' incontro di due mondi. Lento nel mio cammino passo di fianco ad un grande portone di legno. Incuriosito mi avvicino e sbircio tra un asse di legno e l' altro; ha molti anni, ma mani esperte lo hanno curato forse per secoli, si nota molto bene. Non vedo molto ma varie sfumature di verde mi sono davanti, anche se non capisco di preciso. D' istinto mi viene di toccare e scopro, con stupore e paura, che il portone é aperto. Sarà perché il cielo si fà color delle fiamme che si vanno spegnendo...ma il verde prende tonalità misteriose. Delle rade lanterne...dalla foggia di legno e carta color sabbia, danno un aria di fiaba misteriosa. Volgo lo sguardo e mi trovo davanti un piccolo giardino ma estremamente curato... Sembra quasi un bosco in miniatura ma senza le naturali imperfezioni. Sembra quasi che ogni essere vegetale abbia indossato l' abito più elegante da mostrare all' eventuale spettatore che vi si trova innanzi. Tutto é dettagliato...ma non in maniera fredda...come un ingrannaggio i cui meccanismi si intersecano con fredda perfezione robotica. Qui sembra che ogni cosa sia un verso di una poesia di serenità. Infatti, lentamente, mi inoltro tra le piante...grazie ad un piccolo sentiero di sassi. Ai bordi di questra piccola strada incrocio dei piccoli spiazzi chiari fatti di sabbia al cui centro, come isole immerse in un pacifico mare, stanno delle pietre scure. Come se fossero esseri pietrificati a far la guardia ad un qualcosa il cui ricordo si é perso nei secoli. Anche i ciuffi d' erba che delimitano il sentiero sembrano quasi farmi compagnia in questo breve viaggio... Si ha la sensazione che questo gioiello verde sia stato prima sognato...e poi fatto materia... Con stupore scopro che vi si trova anche un piccolo laghetto rifornito da uno zampillo d' acqua che esce da un cumolo armonioso di pietre; sembra quasi un lagho di montagna. Cerco di non fare rumore; ma ecco che all' improvviso sento uno strano fruscio. Una parete di grandi quadrati di legno e tessuto si apre e mi appare una figura femminile. Piccola e esile si mostra alla luce della sera che volge alla notte. Come una fata uscita da chissà quale fiaba vecchia di secoli, l' essere si avvicina ma non troppo. Riconosco la sagoma di una donna, molto anziana ma dal portamento solenne ed anche simpatico...almeno così mi pare. Vestita con un abito grigio scuro con un' alta cintura chiara. I nostri sguardi si incrociano...io un pò timoroso ed impaurito...lei severo ma quasi comprensivo. Non sò, non mi trasmette paura...ma quasi un senso di calma e comprensione... Le sorrido e con un gesto, indicando quella piccola oasi, cerco di farle capire se tutto questo é opera sua. Non mi risponde...però sorride con ogniuna delle sue infinite rughe... Anche io contraccambio tra l' imbrazzato e il sollevato. Mi accorgo che si é fatto tardi e con la mano la saluto...cerco di farle capire il piacere che mi ha dato lasciandomi entrare furtivamente in quel piccolo angolo di paradiso. Lentamente lei mi osserva e mi risponde con un saluto di ringraziamento... Esco come sono entrato, con timoroso rispetto. Chiudo il portone di legno e proseguo il cammino... E' stata una breve ma inaspettata visita che non credevo potesse mai accadere.... Strano paese il Giappone; con lo sguardo proiettato lontano ma con le gambe saldamente a terra....

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