venerdì 5 agosto 2016
...eccolo. Finalmente, dopo tanto peregrinare, sono arrivato. Dopo aver percorso quel labirinto metropolitano vecchio di secoli, mi trovo davanti alla porta del locale. Si direbbe una porta qualsiasi...di un palazzo qualsiasi...che si può trovare in una città qualsiasi...ed ora ci sono davanti. Busso e come per incanto, una sorta di visiera di un elmo mediovale, si alza e due occhi dallo sguardo di proiettile mi fissano. Domando se stasera c'é lui, lo sguardo indugia su di me e poi fissa lo spazio alle mie spalle; adesso si é fatto sospetto...quasi investigativo. Lo sportello di metallo si chiude, come un meccanismo vecchio di secoli, la serratura fà qualche scatto e la porta si apre. Un uomo in completo scuro, elegante ma dall' aria diffidente, mi dà il benvenuto. Entro e la porta dietro di me, come la trappola di un tempio perduto si chiude alle mie spalle...non mi rimane che entrare e sperare di vederlo... sentirlo. Arrivato in fondo mi ritrovo in una sala con tavoli scuri e sedie in tinta anni 30... Una leggera foschia fà capolino al soffitto dello stanzone e, come sottofondo, lo stanco rumore dell' impianto che dovrebbe prendere il fumo e trascinarlo fuori, peccato che i risultati non siano convincenti. Vedo il bar, illuminato come un piccolo presepe di paese. Prendo un americano e mi siedo...c' é già qualcuno...non molti ma discretamente numerosi... Per fortuna il posto non fà entrare tante persone...bevo un sorso come per festeggiare il fatto di sentirmi una sorta di eletto per il fatto di esserci. Ma ecco che le luci, gia scarse, cambiano forma anche se non d' intensità. Mi sento avvolto come da un caldo abbraccio materno...il calore mi prende da dentro...mi sento sollevato e il mio spirito si dilata verso il paradiso... Si sente dei rumori...é il palco che prende vita. Ed eccolo che arriva... Il suo suono é incondondibile...nessuno tra i suoi simili é uguale... Il suono mi dà un brivido...mi scuote le membra. Il mio cervello non elabora più...ormai é collegato tramite lui al resto del pubblico. Come in una visione divina si fà vedere in tutta la sua magnificenza... Eccolo; accecante in tutto il suo riflesso dorato...mentre i pulsanti si sollevano grazie a due mani che sembrano non quelle di un uomo, ma due prolunghe messe lì solo per lui... Il corpo di ottone lucido...come i riflessi dell' Eldorado...Tutti i piccoli tubi che entrano ed escono dal suo corpo lo rendono quasi uno strumento di chissà quale età futura. Grazie alle aperture che, ritmicamente vengono sollevate, il suono trafigge e abbraccia la sala. Nel frattempo il drink si é prosciugato e il tempo e volato in un momento... Ancora frastornato dalle vibrazioni ma contento, riprendo la via del ritorno. Salgo le scale attraversando il brusio felice dell resto del pubblico e all' uscita, il tipo di prima mi invita all' esterno. Adesso è stranamente garbato, come se fosse lui il responsabile dell' evento... Nel cammino di ritorno, lungo le strade, mi accendo una sigaretta...alla prima boccata sento una sorta di retrogusto dal sapore del cocktail... E ripenso che, forse, é una fortuna che non abbia imparato a suonare il sax...l' avrei oltraggiato. Ma il ritorno é lungo...l' aria si fà fredda...buonanotte....
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