sabato 20 agosto 2016

....fuori é già sera, come una normale serata invernale. Apro il vecchio portone bisognoso di amorevole manutenzione e mi trovo una stretta fila di scale. La salgo lentamente ma emette dei suoni sinistri ad ogni mio passo nonostante tutte le mie buone intenzioni. Dopo la prima rampa mi trovo davanti alla porta. Impugno il pomello e lo giro con fare timido. Entro ed il pavimento di legno lucido quasi mi acceca dal riflesso. Alla destra della porta un pianoforte con accanto un vecchio giradischi con un fratello maggiore più moderno al suo fianco. Saluto colei che mi accompagnerà in questo nuovo percorso e gli altri che, dallo sguardo tra l' emozionato e il timoroso, mi fanno intendere che anche per loro é la prima volta. Una goccia di sudore mi sega la schiena...succede anche ai migliori... Ad un certo punto, con decisione quasi militare, l' insegnante ci invita a prepararci. Vedendoci intimiditi decide lei di fare le coppie. Quasi con vergogna saluto e mi presento a colei che, per un ora, mi farà compagnia in questa nuova avventura. Ci viene detto di stare tranquilli ma la cosa non sembra facile...una battuta ed una risata, tentativo vano per ammorbidire la situazione. La musica comincia e parte lenta...come l' onda, per poi tramutarsi lentamente in ritmo incalzante...come volesse diventar tempesta. Con una vergogna che lentamente sale, ci prendiamo per le rispettiva vite...sussurandoci le rispettive scuse per i sicuri pestoni. Il ritmo piano piano aumenta e come aria veloce ci avvolge. I capelli lunghi di lei mi frustano ogni volta che fà un mezzo giro, ora a destra...ora a sinistra. Eseguendo gli ordini della maestra come due militari, continuamo la lezione scambiandoci sguardi di sfida reciproca... Con una punta d' orgoglio ci diciamo che dobbiamo fare meglio degli altri mentre con lo sguardo ci sambiamo colpi d' artiglio come se fossimo due permalosi rapaci... Le mani ci uniscono in questo ballo come se fossimo saldati da un granitico patto, ma solo per il tempo necessario. Intanto i tacchi delle sue scarpe mi pungono come sottili stiletti...come una sorta di tortura non le faccio capire il dolore che provo; anzi, come guanto di sfida, le sorrido beffardo...facendole intendere che gradisco la cosa mentre, a mia volta, rafforzo la mia presa sul fianco che si curva... Ad un certo punto l' insengnante blocca il disco; ci fermiamo all' improvviso e ci lanciamo uno sguardo rabbioso come se volessimo punire il malfattore che ha fermato la musica... Come in trance, lentamente prendiamo coscenza della cosa e ci rilassiamo, almeno io devo aver perso qualcosa...forse é per la tensione che mi sento più leggero... Adesso siamo tutti più calmi, incominciamo a conversare amabilmente e ci salutiamo, dandoci tutti appuntamento alla prossima lezione. Con la mia compagna di lezione ci salutiamo con lo sguardo....come a rimandare un ipotetico, altro duello... Come varco il portone dell' edificio un brivido mi colpise, mi devo coprire bene...anche se ho ballato solo un ora sono molto sudato. Mi accendo una sigaretta come per premiarmi dell' aver superato la prima volta e mi dirigo verso casa... In giro poche persone, in questa notte d' Inverno a Buenos Aires....
 

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